venerdì 14 agosto 2015

Il pivot travestito da play: tanti auguri Magic Johnson

Il mito di  Magic Earvin Johnson continua a spopolare nel mondo NBA. Nel giorno del suo compleanno (56 anni) palla a spicchi blog celebra le gesta di un grande uomo ed atleta

Magic Johnson
Oggi, 14 agosto, è un giorno molto particolare per la palla a spicchi made in USA.
Infatti, il 14 agosto 1959 è nato uno dei i protagonisti, sia in campo che fuori, di questo grande sport:  Earvin johnson Jr, meglio conosciuto come Magic Johnson.
Il gigante (206 cm) di Lansing compie oggi 56 anni e le sue gesta, al pari di altri grandi NBA, sono tutt'ora difficilmente dimenticabili.
Cresciuto cestisticamente nella Everett High School (istituto, tra l'altro, senza una grande tradizione cestistica in cui acquisì il soprannome "Magic" da Fred Stabley Jr.,giornalista del Lansing State Journal), dove impressionò tutti per le sue doti da gran passatore nonostante la sua stazza, il giovane Earl esplode definitivamente a Michigan State dove riesce a vincere anche un titoloo NCAA, nel 1979, contro gli Indiana State Sycamores di Larry Bird.
Conquistati sin da subito i GM NBA, approda, nel Draft di quella stessa stagione, nella città degli angeli grazie all'acquisizione della prima scelta, fino ad allora nelle mani dei New Orleans Jazz.
Il primo anno fu subito un trionfo, dove, sotto la guida di Paul Westhead, i Lakers riescono a strappare la finale ai Philadelphia 76ers di "Dr. J" (Julius Erving) e Magic  stupisce tutti con una grande prestazione da centro in sostituzione dell'infortunato Abdul-Jabbar.
Nonostante le ottime premesse il cammino in NBA non è stato sempre così semplice; l'anno successivo fu contrassegnato da un brutto infortunio e Magic fu costretto a saltare 45 partite per rientrare solamente nei play-off, dove i Lakers furono eliminati dagli Houston Rockets al primo turno.
Dopo il rinnovo con la franchigia dei Buss, l'anno successivo inizia l'epoca dello "showtime",con  l'arrivo di Pat Riley sulla panchina, insieme alle altre stelle di quella squadra (Abdul-Jabbar e Worthy su tutti) e l'inizio della lunga rivalità con i Boston Celtics.
Oltre alla rivalità tra le due squadre, le serie tra Celtics e Lakers riaccende anche l'antica rivalità fra Magic e Larry Bird che porta, negli anni, a partite spettacolari e soddisfazioni da entrambe le parti.
Gli anni ottanta si concludono con ben cinque titoli NBA ( 1980, 1982, 1985, 1987, 1988) e con un nuovo modo ricoprire il ruolo di play grazie alle grandi prestazioni offerte da Magic.
Magic Johnson oggi
Durante la stagione 1991 - 1992, a seguito di un controllo di routine, la vita di Magic viene sconvolta da una terribile notizia: i medici gli comunicano di aver contratto il virus dell'HIV.
Nonostante la notizia continua ad essere un vincente sia in campo che nella vita, facendo dapprima Dream Team di Barcellona '92, vincitore dell'oro alle Olimpiadi, e poi sconfiggendo, in circostanze misteriose, la malattia.
parte del celebre
Torna più volte a calcare i parquet NBA negli anni successivi, sia come allenatore che come giocatore (non più nel ruolo di play ma in quello di ala forte), e chiude definitivamente con il basket giocato in Danimarca, nel 2000, dopo una precedente esperienza in Svezia.
Legato ai Los Angeles Lakers, di cui è stato anche proprietario del 5% di quote e vice-presidente, continua a far parte della grande famiglia lacustre (seppur dalle tribune) sperando di vedere ancora il famoso "showtime" dei bei tempi.
Tanti auguri Magic!!


Alessandro Falanga


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De gustibus non disputandum est: il caso della Scandone Avellino

La poca progettualità e la subordinazione a "stranieri di lusso" rendono difficile il cammino degli italiani nella Lega A. La Sidigas Avellino rappresenta uno dei casi maggiormente controversi della pallacanestro nazionale con una netta mancanza di fiducia verso i "talenti nostrani".

Uno dei maggiori problemi del basket italiano è quello della massiccia presenza di giocatori stranieri nei vari roster.
Questo fattore, che determinata una netta subordinazione dei cestisti nostrani, genera, il più delle volte, una situazione in cui i talenti sono costretti a scaldare la panchina, e a sventolare perennemente asciugamani, o far raggiungere unicamente il numero utile di nazionali per il format del campionato.
Dopo i tanti appelli della GIBA (che riunisce i giocatori italiani di basket) e i continui richiami dei Presidenti di Coni e FIP (Giovanni Malagò e Giovanni Petrucci), che nei loro interventi hanno più volte evidenziato come nella diverse competizioni nazionali fossero presenti più "americani" che italiani, il problema continua a presentarsi, impedendo ai più di esprimere le loro doti.
A questo problema, antico come il mondo nella palla a spicchi,al momento non sembra esserci soluzione, anche perchè, solamente una squadra del massimo campionato (Reggio Emilia) può vantare un quintetto base formato per 4/5 da azzurri.
Uno dei casi più eclatanti della Lega A è quello della Scandone Avellino; la squadra (ancora in costruzione) di coach Sacripanti ha appena annunciato il suo "pacchetto italiani" e le premesse sembrano rimarcare la situazione della scorsa stagione (caratterizzata da scarsi risultati anche a causa del roster a disposizione).
Scandone Avellino
Lo scorso anno Avellino presentava un qintetto base formato da Marques Green, Banks, Hanga, Harper e Anosike e gli unici italiani che calcavano il parquet con una certa regolarità (escludendo Lechtaler che scendeva in campo con il contagocce) erano Daniele Cavaliero, a cui spesso si preferiva Cadougan o Gaines, e Cortese, non sempre al centro delle "idee tattiche" dei coach.
A questi "pochi eletti" seguivano gli "sventola asciugamani" Lechtaler e Severini ( che collezionò 0 presenze) ed il passaportato (più utilizzato nonostante le su carenze tanto in attacco quanto in difesa) Trasolini.
Anche in questa stagione la dirigenza Sidigas punta tutto sugli stranieri ed in particolar modo sugli americani (seppur a mezzo servizio; leggi Cook ambito dalla società ma scomparso dalle cronache cestistiche ormai da anni).
Il roster 2015 - 2016 comprenderà, infatti, Cervi, Pini, Severini (unico confermato della scorsa stagione), Norcino e Parlato.
Escludendo i casi dei primi due Big (Cervi dovrebbe essere il centro titolare e Pini la prima riserva fra le ali) gli altri tre componenti della compagine campana fanno capire quale sarà il ruolo degli italiano nel prossimo campionato: mantenere, seppur con l'inganno, fede al format degli italiani a referto.
Come accaduto anche per la passata stagione, quindi, anche per il prossimo torneo ben tre nazionali su cinque non vedranno mai il parquet.
I due nuovi innesti della Scandone Avellino, Cervi e Pini  
Gli esterni classe 1993, Severini e Norcino, già nelle precedenti esperienze (Severini la scorsa, Norcino quella 2011- 2012) non sono stati presi per nulla in considerazione e lo stesso accadrà, quasi sicuramente, durante la prossima.
Parlato, ala avellinese classe 1986, è stata una meteora della squadra di Zare Markovski (stagione 2004 - 2005) e dopo quella breve esperienza ha calcato solamente parquet di C nazionale; senza mettere in dubbio il valore tecnico del giocatore (che potrebbe smentire tutti a stagione in corso) la sua inesperienza nei campionati che contano lo rilegherebbe a terza/quarta scelta e quindi alla panchina costante.
Sperando di essere sconfessati dalle scelte di dirigenza e coach durante il prossimo periodo, la situazione attuale si presenta pessima come lo scorso anno, con un vivavio a cui non viene mai data la possibilità di mostrare le proprie doti e "antiche promesse" mai sbocciate ad alti livelli utili alla causa del 5+5 o 3+4+5.


Alessandro Falanga



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