martedì 15 dicembre 2015

Tankare stanca: il nuovo disastroso corso dei Los Angeles Lakers

Il record di 3-21 e la totale assenza di gioco hanno portato, ancora una volta, i Los Angeles Lakers nell'inferno NBA. Squadra ormai decaduta o ricostruzione in vista?
 
Los Angeles Lakers
Sono passati ormai cinque anni ma la musica in casa Lakers non sembra cambiare.
Cinque anni, condivisi da tre allenatori (Brown, D'Antoni e Scott), in cui i losangelini sono diventati ufficialmente la seconda squadra della città.
Tutto è cominciato nella "lontana" stagione 2010/2011 quando durante i play-off, in cui i Lakers partivano da detentori del titolo e gran favoriti per il "Three-peat",la compagine guidata da coach Jackson viene eliminata (con un clamoroso sweep, l'unico per il celebre coach Zen) dai Dallas Mavericks (poi futuri campioni NBA).
Da allora, con il successivo ritiro dello stesso Jackson, qualcosa è cambiato definitivamente e la franchigia non è riuscita più a riprendersi.
Anche questa RS sembra seguire le orme di quelle precedenti ma la situazione si è leggermente complicata rispetto a prima.
Il record di 3-21, la mancanza assoluta di gioco (soprattutto in fase difensiva) e un Bryant (all'ultimo anno prima del suo definitivo ritiro) ben lontano dalla forma che lo consacrò sul parquet sono solamente alcuni degli elementi che stanno rendendo la vita impossibile a LA sponda gialloviola.
Infatti, le criticità per la compagine guidata da Byron Scott possono essere riscontrate in diversi fattori non sempre riconducibili alla squadra.
QUESTIONE ROSTER
Le scelte effettuate durante il periodo estivo si sono mostrate quasi tutto delle scommesse perse.
Hibbert, Wiliams, Huertas e Bass non solo stanno contribuendo alle sfortune di una squadra allo sbando ma stanno dimostrando anche di non essere per niente all'altezza della situazione.
Alcuni di loro (vedi Bass) spesso vengono utilizzati fuori ruolo ma in sintesi il rendimento generale è ben al di sotto di qualsiasi aspettativa.
A tutto ciò si deve associare un Bryant in caduta libera (leader nei punti, 16.2, ma con percentuali del 32.4 al tiro e 23.5 da tre) ed una panchina non sempre adatta ad una franchigia NBA.
QUESTIONE GIOCO
Il gioco proposto da coach Scott è, senza dubbio, l'altra variabile negativa dei losangelini.
Il quintetto base si fonda su tre portatori di palla (Bryant, Clarckson e Russel) che riescono spesso e volentieri a pestarsi i piedi e a giocare in maniera "macchinosa".
La manovra d'attacco è ancora troppo "bryantcentrica" (anche se nelle ultime uscite il capitano ha lasciato maggiore spazio, con ottimi risultati, alle giovani leve) mentre quella di difesa è praticamente inesistente con giocatori (per lo più lunghi) pronti a lasciare spazio all'avversario di turno.
Le scelte sul parquet degli ultimi minuti, inoltre, tendono da un lato a limitare le possibilità di crescita della scelta n°2 dello scorso Draft (Russell) e dall'altro a deresponsabilizzare ancor di più l'intero roster.
QUESTIONE TANK
Per molti addetti ai lavori, la stagione in corso è da considere esclusivamente in chiave "futuristica".
I Lakers hanno in mano una scelta protetta (1-3 via Philadelphia) nel prossimo Draft e i messaggi della futura stella Ben Simmons (ala piccola/ala grande paragonata a LBJ comparsa in maglia giallo-viola questa mattina) ingolosiscono la dirigenza lacustre.
A questa situazione si deve aggiungere anche quella della Free agency 2016: il prossimo anno, l'ultimo in cui saranno presenti stelle da mettere sotto contratto, vedrà fra gli svincolati Kevin Durant (più volte accostato alla squadra) che potrebbe, di fatto, prendere il posto dell'amato Bryant come uomo-franchigia.

Per ora a LA, sponda lacustre, possono solamente "godersi" le sconfitte e qualche giocata delle "nuove leve" ma il futuro potrebbe riservare ottime sorprese.


Alessandro Falanga



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La trionfale calvalcata di Golden State. I Warriors pronti per il bis?

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venerdì 20 novembre 2015

La trionfale calvalcata di Golden State. I Warriors pronti per il bis?

La vittoria in rimonta sui Clippers fa ben sperare nel "repeat" in casa Warriors. Anche in questa RS (con Luke Walton a dirigere i "giochi") il roster e la tattica rendono Golden State una corazzata

Golden State Warriors
Con il record di 13-0 e con un gioco a dir poco spettacolare, i Golden State Warriors campioni in carica mandano alle altre contendenti un messaggio forte e chiaro.
Nonostante l' assenza di Kerr, sostituito dalla ala ex Lakers Luke Walton, la musica non è per nulla cambiata ed anzi si è riusciti a migliorare un roster di per se forte.
La vittoria in casa dei Clippers (117-124) ha evidenziato ancora una volta come la squadra di Oakland possa seriamente bissare il successo dello scorso anno (definito colpo di fortuna da alcuni).
Considerando i giocatori sotto contratto, le tattiche e i numeri si può notare come i Warriors abbiano uno o più punti di forza in tutti i settori citati.

FATTORE ROSTER
La lunghezza del roster è una delle armi maggiori dei detentori dell'anello. L'interscambiabilità tra quintetto base e panchina (escludendo forse Curry che sta sfornando numeri "ultraterreni") e la duttilità fra i vari ruoli rende i giallo-blu una delle franchigie più imprevedibili della lega.
Da sinistra a destra: Iguodala, Livingston, Barbosa, Thompson, Curry e Green
A tutto questo si deve aggiungere lo sviluppo dei giovani e il netto miglioramento di giocatori dati per finiti in partenza.
Nella categoria si possono facilmente ritrovare Draymond Green (n° 5 del secondo giro al DRAFT 2012), protagonista assoluto tanto dei play-off scorsi quanto del nuovo inizio di stagione,

Shaun Livingston, degno sostituto di Curry, e, a partire dall RS in corso, Festus Ezeli (n° 30 del DRAFT 2012), migliorato a tal punto da rubare addirittura il posto a Bogut nello starting five.

FATTORE TATTICA
Green, Curry e Iguodala
Il celebre "small ball" inaugurato la scorsa stagione, con ampio successo, continua a dare i suoi frutti.
La presenza di tre guardie in campo (Curry, Thompson e Barnes) e lo spostamento di Iguodala da 4 e Green da 5 permette alla squadra di Kerry/Walton di essere imprevedibile tanto in attacco quanto in difesa.
In fase offensiva, grazie anche alla presenza di 5 tiratori dall'arco, le opzioni sono due:
  1. tiro dalla distanza piedi a terra
  2. penetrazione e attacco al canestro
A livello difensivo, invece, il gioco si basa su continui cambi, conditi da pressione asfissiante, e protezione del ferro in caso di presenza di un centro di ruolo come Bogut o Ezeli.

FATTORE NUMERICO
Se il 13-0 ha fatto balzare sulla sedia la maggior parte degli appassionati, i numeri individuali lo faranno ancor di più.
E' vero, i numeri spesso e volentieri non descrivono il vero rendimento di una squadra ma in questo caso evidenziano maggiormente le potenzialità dei Warriors.
I maggiori riferimenti offensivi (Curry, Thompson, Barnes e Green) hanno una media punti in doppia cifra e il solo Curry ne registra 35.6 a partita.
A livello difensivo, considerando i 7.8 rimbalzi di Green e Bogut e i 5.3 di Barnes, spiccano i 5.3 rimbalzi a partita del solito Curry.
Altro dato statistico rilevante è quello degli assist, dove il leader di squadra è nientemeno che Green, con 7.1, seguito da Curry a 5.8.

La stagione è cominciata solamente da un mese ma, soprattutto ad Ovest (occhio a San Antonio e Oklahoma), le sorprese (e le grandi partite) non faranno attendere.

Alessandro Falanga




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Euroleague 2015: seconda sconfitta consecutiva per Milano. L'Olympiacos passa al Forum per 66-71

venerdì 30 ottobre 2015

Euroleague 2015: seconda sconfitta consecutiva per Milano. L'Olympiacos passa al Forum per 66-71

Seconda sconfitta consecutiva per Milano che viene bloccata fra le mura amiche dall'Olympiacos. Young e Printzesis i protagonisti fra i greci. L'ex Hackett brilla ma non troppo

Eurolegaue 2015/2016
Grande partita fra Milano e Olympiacos che se la giocano fino alla fine nella terza partita del girone B di EuroLega.
Gli uomini di Repesa reggono per tutta la partita la potenza dei greci ma peccano nel finale con un errore di Simon ed un fallo tattico fatto solamente a 0.3 dalla fine.
Finisce 66-71 per la squadra guidata da Sfairopoulos che mostra il suo valore e le sue ambizioni per la vittoria finale.

LA CRONACA

Alessandro Gentile
Senza Cinciarini fuori per infortunio, Repesa decide di affidarsi ad uomini di esperienza e peso schierando Lafayette, Gentile, Jenkins, McLean e Macavan mentre Sfairopoulos risponde con Mantzaris, Spanoulis, Printzesis, Papatrou e Young.
Nonostante l'iniziale aggressività dei greci, Milano decide di cominciare subito alla grande e con Macvan prima e Gentile da tre poi fa capire che tipo di partita vuole fare.
L'Olympiacos imposta sin da subito il suo gioco sui lunghi e Young e Printzesis nel pitturato fanno un pò quello che vogliono, rispondendo alle incursioni dalla lunga distanza del capitano lombardo (9 - 9 a 6:40).
A 3:56 dalla fine del parziale entra in campo l'ex dal dente avvelenato, Daniel Hackett, e la partita cambia subito di ritmo.
Prima il play ex EA7 assiste Spanoulis da 3 e poi coordina la difesa di fronte all'ottima circolazione di palla degli avversari.
La prima frazione si chiude sul 23-20 con ottime giocate e grande spettacolo in campo.

Secondo quarto che comincia con una gomitata di Gentile su Hackett, non sanzionata, e la sfida fra i due ex compagni ad animare il parquet.
Dopo un'iniziale fase di studio la squadra del Pireo decide di mettere la marcia e prima con Lojeski da tre rimanta e poi con Agravanis allunga (25-27 a 7:46).
Milano ritenta la carta del tiro dalla lunga senza però alcun effetto e i greci ne approfittano rimpostando il gioco sotto le plance e colpendo con Young (25-29).
Simon con un 2+1 cerca di dare la scossa ai suoi ma, grazie anche al quintetto più basso (con Spanoulis da 2 e Printzesis da 4), i bianco-rossi greci continuano a mettere in difficoltà i meneghini portandosi sul 27-32.
A 3:34, però, parte la gran reazione di Milano: in pochi minuti Gentile (2+1), Lafayette e Jenkins (entrambi da tre) riportano il risultato sulla perfetta parità (37-37).
Gli errori dai due lati del campo ed il canestro di Hunter chiudono il primo tempo sul 37-39.

Il secondo tempo parte con una buona impostazione offessiva di Milano (che però raccoglie solamente due falli in fila di Papatrou) che spreca tutto con un fallo allo scadere dei 24" di McLean su Young.
L'Oly ritorna nel suo motivo d'attacco sfruttando i lunghi (che fanno soffrire, e non poco, quelli milanesi) e Milano torna a sparacchiare a salve da tre.
Anche questa volta dopo il rientro di Hackett (al minuto 6:00 sul 41-45 dopo un 2+1 di Young) inizia a succedere di tutto.
Infatti, la tranquilla conduzione della partita da parte dei greci viene bruscamente interrotta da Barac a contrastare i lunghi ellenici e da Simon che da tre riporta i suoi a -1 (48-49).
Hackett risponde prontamente, con un 2+1 in contropiede, ma Hummels e Simon con due bombe dai 6,75 fissano il risultato sul 53-53 finale.

I primi minuti dell'ultima frazione di gioco evidenziano lo stesso nervosismo di fine terzo per l'Oly; fra le palle perse di Hackett e il tecnico per simulazione di Agravanis, la squadra si ritrova sotto di 3 (55-52).
Vassilis Spanoulis
Subito dopo la tripla di Gentile, però, l'EA7 inizia inspegabilmente a perdere ritmo: tripla di Spanoulis, schiaccione di Young (su erroraccio in appoggio di Printzesis) e tripla di Printzesis ed è60-62).
sorpasso in un amen (
Milano rimane stordita dal ritorno ellenico (come dimostrano i passi ed il terzo fallo di Simon in rapida successione) ma lo stesso Simon e poi Gentile mostrano di volerla ancora vincere (64-64 a 3:20).
A 1 minuto dalla fine succede di tutto: Simon viene fermato in attacco (dopo un gran step back di Spanoulis) e l'Olympiacos torna in attacco.
La squadra greca ha un'ottima circolazione di palla e pur non riuscendo ad andare a canestro riesce ad ottenere un rimbalzo offensivo con Lojeski che la da a Printzesis per un 2+1 spezzagambe.
Milano tenta la reazione finale ma un fallo tattico commesso solamente a 0.3 secondi vanifica l'ottimo lavoro della serata.
Finisce 66-71 per la squadra del Pireo che conduce l'EA7 alla seconda sconfitta consecutiva nella competizione.




Risultati Euroleague del 30/10/2015

Fenerbahce-Real Madrid=77-66
Khimky M.-Crvena Zvezda=91-53
Bayern Monaco-Strasburgo=76-61
Unicaja Malaga-Darussafaka Istanbul=81-69
Zielona Gora-Lokomotiv Kuban=75-83


Alessandro Falanga 





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Beko Supercoppa 2015: Reggio Emilia batte Milano per 80 - 68. Primo titolo per Menetti&co










































































































lunedì 19 ottobre 2015

LegaBasket Serie A: Milano travolge la malcapitata Avellino per 60 - 83

Milano domina (vincendo per 60 - 83)una Sidigas Avellino che regge solamente per un quarto. Gentile, Simon e Macvan le armi in più dell'Armani; fra gli irpini si salva solo Cervi
 
LegaBeko Serie A
Nella caldissima atmosfera del Pala Del Mauro di Avellino si è chiusa la terza giornata del campionato italiano.
Per l'occasione si sono sfidate due compagini con lo stesso record (1 - 1) ed in cerca di conferme: la Scandone Avellino di Pino Sacripanti e l'Olimpia Milano di Jasmin Repesa.
La squadra lombarda è riuscita a domare facilmente i bianco - verdi irpini che hanno retto solamente un quarto, quando il peso di Cervi sotto le plance ha messo seriamente in difficoltà gli avversari, ma che hanno subito le giocate di Simon, Gentile e Macvan nei periodi successivi.

LA CRONACA

Avellino che decide di tenere a riposo Green, affidandosi maggiormente alle incursioni sotto canestro dei lunghi, scende in campo con Blums, Veikalas, Nunnaly, Leunen e Cervi mentre Milano risponde con un quintetto atipico con Cinciarini, Gentile, Cerella (nel ruolo di disturbatore di Blums), Hummels e McLean.
La partita è subito frizzante con un bel botta e risposta di schiacciate fra Cervi e McLean; la sfida fra i lunghi delle squadre è il leitmotiv dei primi minuti, condita da una gran difesa di Avellino e dalle ottime ripartenze dell'ala/centro americana di Milano.
A 4:25, di fronte alle difficoltà di affondare la difesa campana e di placare le azioni nel pitturato, il coach croato dell'Olimpia decide di inserire Barac e Lafayette.
I due, insieme a Macvan, riescono a ribaltare il trend dei primi sette minuti e in un amen portano avanti la loro squadra (12 - 18).
Avellino cerca di difendersi come può con le stoppate di Cervi ma gli eccessivi falli e lo spazio lasciato in difesa, chiudono la prima frazione sul 14 - 20.

Nel secondo quarto la squadra di Sacripanti capisce che può fare qualcosa di più e colpisce subito con Blums da tre.
La reazione, però, è resa vana dall'aumento del ritmo difensivo di Milano, in particolare con Macvan e Lafayette, e con la maggiore facilità a canestro di Simon e dello stesso play/guardia ex Olympiacos
Dopo circa tre minuti di "orrori cestistici" generali da entrambe le parti, Repesa&co. decidono di ingranare la marcia e staccare definitivamente gli avversari portandosi sul 19 - 33 (con 3 in&out consecutivi da tre per Avellino).
I bianco - verdi subiscono il colpo e rispondono solamente con tiracci dalla lunga distanza non proprio incisivi.
Nel finale del periodo si riaccende improvvisamente la luce per la Scandone che prima con Leunen si riporta a -10 e poi, da un recupero su rimessa dopo un canestro, fissa il punteggio, alla fine del primo tempo, sul 31 - 39.

Il terzo periodo si apre con un'iniziale imprecisione delle due compagini spezzata da una tripla di Acker (34 - 41).
A partire dal minuto 8:00 sale in cattedra Alessandro Gentile che decide di prendere in mano i suoi e mettere il punteggio in sicurezza.
Il capitano dell'EA7 prima segna un tripla, poi risponde a quella di Blums con uno schiaccione ed infine realizza un 2+1 seguito da una tripla al limite dei 24".
Ma i guai per Avellino non arrivano da soli, perchè, al minuto 3:35, Cervi, dopo aver steccato il tap-in dopo due rimbalzi conquistati, commette il terzo fallo che impone a Sacripanti di riorganizzari i piani ed inserire Pini sul parquet.
Milano è padrona del campo e decide di allungare nel finale con una gran giocata di Simon sulla sirena.
Quarto che si chiude sul 48 - 64

Nell'ultima frazione Avellino si gioca la carta del tutto e per tutto ma le mancanze in attacco, evidenziate dalla sterilità del gioco degli esterni e la mancanza di palle sotto canestro, impediscono di riprende in mano la partita.
Milano, intanto, continua a controllare e decide addirittura di approfitare della mancanza del centro reggiano per far emergere i propri lunghi.
A 7:00 minuti dalla fine Macvan decide di dominare la difesa irpina; l'ala/centro croata fa praticamente quello che vuole in attacco e il malcapitato Leunen subisce da qualunque posizione.
Gli ultimi quattro minuti si limitano ad una gara dei tre punti di Avellino, senza gli eccellenti risultati come nella competizione, e al "garbage time" finale per l'Olimpia (con Magro e Fanton sul parquet).
EA7 che vince meritatamente l'incontro per 60 - 83 e si porta a 4 punti (1 - 2) in classifica.


Alessandro Falanga 





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Beko Supercoppa 2015: Reggio Emilia batte Milano per 80 - 68. Primo titolo per Menetti&co

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domenica 27 settembre 2015

Beko Supercoppa 2015: Reggio Emilia batte Milano per 80 - 68. Primo titolo per Menetti&co

Primo titolo per la squadra guidata da coach Menetti. Reggio Emilia riesce a domare Milano con una gran difesa ed un'ottima circolazione di palla. Milano paga la scarsa chimica di squadra e i tanti errori dalla lunetta

Beko Supercoppa 2015
Dopo la grande prova nel remake della finale scudetto contro Sassari (vinta per 78 - 79), Reggio Emilia supera anche Milano dopo una gran prova di squadra.
Gli uomini di Max Menetti mettono più di una volta in difficoltà gli avversari con la difesa solida, il pressing sul portatore di palla e l'aggressività a tutto campo.
Milano, ancora indietro nella condizione e nella chimica di squadra, paga le troppe palle perse e gli eccessivi errori dalla "linea della carità".

La cronaca
Entrambi gli allenatori decidono di partire dai quintetti classici con S. Gentile, Aradori, Kaukenas, Polonara e Lavrinovic da un lato e Cinciarini, A. Gentile, Jenkins, McLean e Macvan dall'altro.
Sin dall'inizio si capisce che sarà una partita molto dura con difesa arcigne ed aggressive sugli attacchi avversari.
Milano, però, risulta più imprecisa in attacco e, nonostante i soli 2 punti in tre minuti (S. Gentile), Reggio Emilia sembra gestire la partita.
I meneghini si aggrappano letteralmente a A. Gentile ma il capitano dell'EA7 non può nulla contro la difesa avversaria (sugli scudi con una stoppata di Polonara) e la successiva tripla in contropiede di Kaukenas.
Repesa non ci sta e dopo un time - out durissimo la squadra reagisce, cominciando a sparare dalla lunga distanza prima con Macvan e poi con Jenkins (che nel frattempo commette il secondo fallo personale) e Simon.
Nel finale sale in cattedra Andrea Della Valle che prima ruba pulla in difesa e poi riporta avanti i suoi con un contropiede.
Il primo periodo si chiude sul 22 - 19.
Secondo quarto che riparte come si era chiuso, con Reggio Emilia ordinata in difesa e composta in attacco (con una gran tripla di Lavrinovic) e Milano confusa e spesso superficiale.
I lombardi, con l'ingresso di Gani Lawal, decidono di cambiare strategia e attaccare il pitturato dove riescono a mettere più volte in difficoltà il gigante lituano della GrissinBon.
Nel momento migliore di Milano, però, torna in cattedra Reggio Emilia che con Della Valle (10 pts a 6:44) e De Nicolao (palla rubata a Cinciarini; 4 perse) comincia a prendere il largo nel risultato.
Il ritorno di McLean ripristina l'equilibrio in campo ( nonostante 1/10 ai liberi della squadra) e l'EA7  si riporta sotto grazie alle triple di Jenkins e Hummel, pur non riuscendo ad arrivare al pareggio dopo una persa di Polonara.
Nel finale bellissima sfida in casa Gentile senza esclusione di colpi.
Primo tempo che finisce sul 39 - 36.
Secondo tempo che si apre con una fase di studio fra le squadra e diversi errori da entrambe le parti.
La partita si anima solamente a metà quarto quando sale in cattedra S. Gentile; il figlio maggiore di Nando prima difende su Lafayette e poi colpisce due volte da tre.
Milano non ci stà e risponde immediatamente con Simon che prima colpisce per ben tre volte dai 6,75 e poi ristabilisce la parità con una penetrazione centrale.
Nel periodo peggiore della GrissinBon la squadra viene trainata dai soliti Polonara e S. Gentile che dalla lunga distanza ristabiliscono la doppia cifra di vantaggio.
Il terzo quarto si chiude con un'interferenza di Hummel, su un tiro di Vereemenko dopo un rimbalzo, e con Reggio Emilia avanti di 11 (61 - 50).
Nell'ultimo periodo Milano parte forte (2+1 di Hummel dopo una stoppata presa da Polonara) ma la squadra butta al vento quanto fatto di buono con due falli consecutivi di Simon e A. Gentile.
La compagine di Menetti comincia a crederci seriamente e il canestro di Vereemenko (che rompe la copertura in plastica del tabellone) e la tripla di Silins (che primeggia anche in difesa) fanno ben sperare.
Nonostante l'ottimo lavoro di Cinciarini, che cerca di scuotere la sua squadra con una tripla ed una palla rubata, le troppe palle perse (clamorosi i passi di Lawal su una recuperata e il missile di McLean per Jenkins) e i falli regalati in difesa complicano la vita a Repesa&co.
L'aggressività e i raddoppi sul portatore di palla di Reggio Emilia spengono definitivamente la luce all'attacco dell'EA7 che dopo il tiro da due di Kaukenas, a pochi secondi dalla sirena, sventola bandiera bianca.
Vince meritatamente la GrissinBon (80 - 68 il finale) che conquista il suo primo titolo nazionale dopo
aver sfiorato lo scudetto la scorsa stagione.



Alessandro Falanga


domenica 20 settembre 2015

EuroBasket 2015: Spagna Campione d'Europa 2015. Asfaltata la Lituania per 80 - 63

La Spagna di Scariolo domina contro la Lituania e torna sul trono d'Europa. Per l'allenatore italiano terzo trofeo con le Furie Rosse

EuroBasket 2015
Come da pronostico la squadra di Scariolo si impone nella finale di Lille contro una Lituania timida e poco incisiva sul parquet.
Primi minuti di partita letteralmente dominati dalla Spagna,  con un Gasol ispiratissimo e la coppia Llull - Fernandez in giornata di grazia.
Iberici molto aggressivi sia in attacco che in difesa con un gioco che impone il ritmo ad una Lituania che si aggrappa ai soliti Maciulis e Valanciunas.
Scariolo imposta ottimamente il gioco dei suoi con la difesa praticamente impenetrabile ed un attacco incentrato su Gasol e sugli esterni (con possibilità di sfruttare i contropiede).
La Lituania, solamente parente lontana di quella che ha superato la Serbia, tenta di condurre il gioco unicamente per vie centrali, trovando il muro spagnolo, senza allargare per nulla il campo e sfruttare il tiro dalla lunga distanza (come fatto con l'Italia).
Gli 8 punti del primo periodo (19 - 8 alla fine) sono frutto di iniziative personali e finalizzati con grandissima difficoltà.
Nel secondo quarto la squadra di Kazlauskas sembra rispondere alle mancanze del primo periodo con una difesa forte e maggiori tentativi da tre ma è solamente un'illusione in quanto la Spagna si riprende subito il campo, con Reyes e Fernandez, lasciando la Lituania a 8 punti (23 - 8).
Kazlauskas propone la zona 2 - 3 ma la mossa non ha alcun effetto e la squadra entra ancor più in confusione subendo ancora con il solito Fernandez e con Rodriguez.
La Lituania continua a cercare le vie centrali e continua ad essere fermata (con la zona 2 - 3 di Scariolo) ma la gran difesa delle Furie Rosse impedisce qualsiasi tipo di iniziativa.
I ragazzi di Scariolo sembrano totalmente in partita, con l'asse play - pivot molto ispirato (Llull/Gasol e Rodriguez/Reyes), e a metà secondo quarto mantengono un netto vantaggio sugli avversari (32 - 18) subendo solamente le incursioni saltuarie di Kalnietis (unico a salvarsi).
I giallo - verdi lituani, però, si svegliano improvvisamente e ad un minuto dalla fine allargano il campo (con tre triple consecutive di Seibutis e Kalnietis)e si riportano sotto a -8 (37 - 29).
Il primo tempo si chiude sul 41 - 33 con una tripla di Maciulis sulla sirena.
Secondo tempo che si apre con una Spagna sempre aggressiva ma con una Lituania più attenta in difesa.
Ad aggravare la situazione nella squadra di Kazlauskas è il terzo fallo di Valanciunas a due minuti dall'inizio.
La nazionale di Scariolo ringrazia e ne approfitta ed in un amen riporta il punteggio sul +12 (47 - 35) mentre gli avversari continuano a sparare a salve dai 6,75.
A metà periodo arriva la mazzata spagnola con una stupenda azione, finalizzata da Ribas con una bomba da tre, e con una Lituania, con Valanciunas in panchina, incapace di attacare e fare punti (52 - 35).
A tre dalla fine, dopo l'uscita di Fernandez per uno scontro fortuito con Jankunas in blocco, gli iberici tentano l'ennesimo allungo e riescono nell'impresa con un Gasol immarcabile che umilia il povero Kavaliauskas.
Il terzo periodo si chiude sul 60 - 43 e con le speranze di rimonta (a causa del gioco espresso fino ad ora) della Lituania ridotte ad un lumicino.
Nell'ultimo quarto all'inizio sembra ristabilirsi l'equilibrio a livello di gioco con la Spagna lenta e scontata in attacco e la Lituania aggressiva grazie anche al ritorno in campo di Valanciunas (60 - 45).
I giallo - verdi continuano a crederci, anche per i ritmi bassi degli avversari, ma un super Gasol continua a mettere in difficoltà la squadra di Kazlauskas.
Il quarto fallo di Valanciunas e la tripla di Llull, a conclusione di una bellissima circolazione di palla, spegne definitivamente le speranze avversarie portando il risultato sul 69 - 54.
Il match si chiude definitivamente a 1 minuto dalla fine con una gran stoppata seguita da un'insolita tripla di Pau Gasol (trascinatore dei suoi).
Finisce sul punteggio di 80 - 63 con la Spagna che si riprende il trono d'Europa dopo la magra figura al mondiale casalingo dello scorso anno


Alessandro Falanga



giovedì 17 settembre 2015

EuroBasket 2015: vittoria con la Repubblica Ceca (70 - 85) e accesso al pre - olimpico per gli azzurri

L'ItaliBasket guidata da Simone Pianigiani raggiunge la Grecia nel torneo pre - olimpico. L'amara vittoria con la Repubblica Ceca porta subito a diverse considerazioni sia sulla nazionale che sul campionato italiano

EuroBasket 2015
Dopo la cocente sconfitta contro la Lituania (85 - 95 all'OT), la nazionale guidata da Simone Pianigiani riesce a raggiungere l'obiettivo minimo di questo Europeo: la qualificazione al torneo pre - olimpico del prossimo luglio.
Più che la partita, a fare notizia è, ahimè, l'intera analisi sul torneo continentale e sull'ennesima esperienza in agrodolce per l'ItalBasket.
In questo caso specifico, non è possibile individuare solamente un fattore a cui imputare tutte le sfortune azzure ma è necessario analizzare diversi elementi(sia interni che esterni alla nazionale) a cui attribuire le gioie ed i dolori nostrani.

Fattore 1: inconsapevolezza dei propri mezzi - Durante il periodo pre-Europeo sono state create diverse aspettative sul gruppo facendo riferimento, in particolar modo, alla presenza dei tre NBA. Fra coloro che non si accontentavano di un posto sul gradino più basso del podio e chi parlava di nuovo trionfo in Francia (dopo quello del 1999), si è più parlato della forza dei singoli giocatori a discapito della vera forza della squadra in campo: il collettivo. Inoltre, la sconfitta contro la Turchia all'eserdio, ha, in un certo senso, ridimensionato la portata dei 12, con continui timori anche quando si affontavano avversari modesti (vedi Islanda o Israele). .

Fattore 2: questione allenatore - L'esperienza di Simone Pianigiani sembra essere giunta al termine. Nonostante abbia avuto dei roster paragonabili a quelli delle precedenti imprese europee, non è mai riuscito ad imporsi in campo internazionale. In in sei anni da capo allenatore della nazionale ha collezionat solamente tre qualificazioni all'Europeo (con eliminazione al primo turno nell 2011, ottavo posto nel 2013 e settimo nel 2015) mancando la qualificazione prima alle Olimpiadi di Londra e poi ai Mondiali di Spagna. A livello tattico è risultato, a volte, indeciso e poco chiaro nelle scelte mentre per quanto riguarda la gestione del roster è stato l'unico ad usare solamente sporadicamente l'undicesimo ed il dodicesimo uomo (rispettivamente Polonara e Della Valle) Nonostante la grande esperienza a livello di club non ha mai mostrato di meritarsi totalmente la panchina azzura.

Fattore 3: scarsità di giocatori in ruoli chiave - Questo fattore,strettamente legato alla realtà italiana di club, ha messo più volte in difficoltà lo staff nel decidere "chi doveva fare cosa". I ruoli maggiormenti scoperti sono stati quello di play dove, nonostante le ottime prestazioni di Cinciarini ed Hackett, si è notata l'assenza di un play puro in grado di dettare i ritmi e di far girare la squadra nel momento giusto, e quello di centro, ruolo che in  Lega A ricoprono con una certa fortuna solamente Cusin (convocato poi da Pianigiani) e Cervi(escluso dai 12 finali).

Fattore 4: eccessiva presenza di giocatori stranieri nel campionato nazionale - Il punto, che riprende in un certo senso il ragionamento intrapreso nel fattore precedente, porta ad una delle più grandi pecche della pallacanestro tricolore: l'impossibilità dei giovani talenti nostrani di mettersi in mostra ed emerge. Il ruolo di sventola asciugamani riservato a molti nei diversi club (di solito esclusivamente per raggiungere la quota di nazionali prevista per regolamento) alimenta un campionato in cui la fanno da padroni gli americani (presenti sempre a referto nel quintetto base di tante squadre) rispetto a ragazzi del vivaio o delle serie inferiori. Questo punto è reso maggiormente visibile sin dalla partiolare assenza di giocatori della squadra campione d'Italia e dalle speranze generali legate a pochissime realtà (vedi Reggio Emilia, in parte Cremona e, a partire da questa stagione, Pesaro).

Ora per la nazionale comincia l'ora della riflessione e della ricostruzione, in attesa di affrontare l'ultima fatica utile per approdare al di là dell'Oceano.

Go azzurri!!



Alessandro Falanga

giovedì 10 settembre 2015

EuroBasket 2015: Italia strapazzata dai vice campioni del mondo della Serbia per 101 - 82

Sconfitta non proprio indolore per Pianigiani&co. contro la Serbia per 101 - 82. Con questa gara si chiude la fase a gironi in Germania e comincia quella ad eliminazione diretta in Francia

EuroBasket 2015
Nonostante i pronostici sfavorevoli e le voci che ipotizzavano un dominio spagnolo, il gruppo B ha, invece, premiato Serbia ed Italia per il primato nella prima fase.
Pianigiani, che decidesceglie di preservare Belinelli per la fase ad eliminazione diretta, decide di schierare un quintetto atipico con Cinciarini, Aradori, Gentile, Gallinari e Bargnani mentre la Serbia ripropone il classico Teodosic, Kalinic, Bjelica, Markovic e Kuzmic.
Italia fin da subito distratta e con un atteggiamento di sufficienza (forse a causa della qualificazione già ottenuta) che rende la vita troppo facile agli avversari che, approfittando delle distrazioni in difesa ed attacco, ringraziano con un parziale pesantissimo di 8 - 0.
Gli azzurri si svegliano solamente dopo quattro minuti (con il solito Gallinari da tre) tentando di reagire in attacco e limitare con ogni mezzo l'ispiratissimo Teodosic.
 Dopo qualche minuto la squadra si ricompatta in difesa, con un Bargnani molto presente sottocanestro, ma la Serbia sembra non averne abbastanza e raggiunge il +6 con una tripla dell'entrato Erceg.
La partita si fa sempre più dura (ancora di più con l'entrata di Raduljica) ma l'Italia tiene botta e si rilancia con una tripla allo scadere di Hackett che fissa il risultato sul 25-19.
Nel secondo quarto la squadra di Pianigiani riparte con Hackett, Della Valle (esordio in questo Europeo), Aradori, MelliBargnani

La squadra si riaccende immediatamente (con una tripla di Melli ed una di Della Valle) ma dopo l'antisportivo fischiato a Gallinari la partita inizia a prendere la piega voluta da Djordjevic.
I serbi, grazie alle spettacolari giocate di Bjelica e Teodosic, allungano ancora e portano la loro squadra +10 (47-34) gestendo egregiamente la partita.
L'Italia non ci sta e tenta la controreazione prima con una tripla di Cinciarini  e poi con un gioco da tre di Gallinari.
Il primo tempo si chiude sul 48 - 40 con i  tre falli Kalinic e Raduljica che fanno ben sperare nella ripresa.
La seconda parte di gara comincia come si era conclusa:Teodosic padrone incontrastato del parquet e la Serbia che continua a dominare in lungo ed in largo gli azzurri.
La squadra di Pianigiani tenta di rientrare in partita ma gli avversari fanno di tutto (riuscendoci) per evitare che ciò accada.
Il coach ex Siena e Fener decide allora di utilizzare tutti gli uomini a sua disposizione (inserendo anche Polonara che stoppa Nedovic in transizione) ma la partita per gli azzuri stenta a decollare.
Il terzo quarto è tutto di marca serba che chiude, grazie ai 26 punti sul parquet, sul punteggio di 74-59.
L'ultimo periodo parte con un canestro di Raduljica (dominante nel pitturato) e con gli uomini di Djordjevic che iniziano a scatenarsi dalla lunga distanza.
Il coach degli azzurri alza la bandiera bianca a quattro minuti dalla fine (sul 95-73) lasciando in panchina gli NBA e Gentile ed inserendo Della Valle, Cusin e Melli.
Il match si conclude con una "gara delle schiacciate" della Serbia (con l'Italia ormai ferma) e sul punteggio di 101 - 82.
Nonostante la qualificazione in tasca non si può restare allegri per una "batosta" del genere sia per il risultato che per la "lezione di basket" offerta dai Teodosic&co.
Ora bisogna resettare tutto e pensare solamente alla fase ad eliminazione diretta in Francia.

GO AZZURRI!!

Alessandro Falanga





mercoledì 9 settembre 2015

EuroBasket 2015: incredibile Italia. Battuta all'OT la Germania di WunderDirk 89 - 82

Incredible gara degli uomini di Pianigiani contro la Germania padrone di casa. Agli azzurri serve un OT per superare la squadra di Chris Fleming ed ottenere la qualificazione al turno successivo

EuroBasket 2015
Altra prova di carattere per l'Italbasket che dopo la mega prestazione contro la Spagna riesce a superare anche la Germania.
Il match, fondamentale per il prosieguo ad EuroBasket, ha messo a dura prova i nervi ed il talento dei nostri giocatori che hanno prontamente risposto all'appello.
Il coach ex Siena e Fener ha riproposto all'inizio il quintetto base schierato contro la Spagna con Cinciarini Belinelli,Genitle, Gallinari e Bargnani mentre la Germani ha risposto con Tadda, Shoereder, Zipser, Benzing, Nowitzki.
Atmosfera strana alla Mercedes Benz Arena i tifosi tedeschi si sono svegliati solamente dopo gli inni (ancora una volta cantati a squarciagola dai tifosi giunti in terra tedesca)
Italia che parte intimorita di fronte alle iniziative del Shoereder-Nowizki e subisce subito diversi  P&R che portano più volte il play di Atlanta ad esaltarsi contro Cinciarini.
Il match si fa subito complicato e non appena si accenna ad una reazione (con un Bargnani ispiratissimo) si ripropone il solito problema dei quarti iniziali: i falli dei lunghi.
Infatti, Bargnani ne fa due e lascia il suo posto a Cusin che si trova ad affrontare il neo acquisto di Utah, Thibor Pleiss.
Nonostante gli alti e bassi, il parziale si chiude sul 17 - 22 con gli NBA tricolore poco presenti.
Il secondo quarto si apre con i protagonisti che non ti aspetti: Gentile, sostituto naturale dei "big three" NBA, ed Aradori, come sempre composto ed educato nelle giocate.
I due, nel giro di pochi minuti, mettono in seria difficoltà la difesa tedesca (Gentile 9 punti di fila ed Aradori con due triple consecutive) mostrando che la squadra è ancora presente ed ancora viva in tutte le sue componenti.
Ai due si aggiunge, subito dopo, Danilo Gallinari che inizia a sparare da tre portando il punteggio sul 38 - 40.
L'Italia si risveglia improvvisamente e nel finale riesce a trovare anche il pareggio (42 - 42) dopo un'azione corale chiusa alla meraviglia da Hackett.
Il secondo tempo si apre con una squadra molto concentrata ma che non riesce a metterla dentro.
I tedeschi approfittando del trend negativo al tiro, decidono di ingranare la marcia (soprattutto con il solito Shoereder ed ai blocchi di WunderDirk) portandosi fino al massimo vantaggio di (+8; 45 - 53) grazie ad una tripla di Benzing.
Danilo Gallinari, Marco Belinelli ed Andrea Bargnani
Nonostante la grande reazione di Gallinari (e lo "stoppone" di Bargnani su Nowitzki), gli azzurri 54 - 60).
rimangono sotto ma la partita sembra tutt'altro che chiusa (fine terzo quarto
L'ultimo periodo è spettacolo puro non consigliato ai deboli di cuore: dopo la tripla di Schaffartzik, che sembra proiettare i tedeschi verso la gestione della gara, Pianigiani chiama  un time - out che risulta fondamentale per i minuti successivi.
Il coach decide di rischiare tutti i giocatori con 4 falli (fra cui Gentile e Bargnani) e di tentare il tutto e per tutto in questa ultima frazione.
Le indicazioni fanno bene alla squadra che con un parziale di 8 - 0 (Bargnani, Belinelli da tre e Gentile in penetrazione) riporta il risultato in parità (63 - 63).
La Germania continua a provarci per via centrali con il suo play (che colleziona parecchi 2+1) ma la reazione azzurra è a dire poco spettacolare.
Sul risultato di 66 - 68, dopo un gran tiro dalla media di Dirk, sale in cattedra Belinelli che con una tripla ammutolisce il Palazzetto e porta la sua squadra avanti per la prima volta (69 - 68).
La partita diventa una sfida di nervi e, con la Germania avanti di 1, Schoreder commette la sciocchezza che non ti aspetti: 1/2 dalla lunetta.
A tre secondi dal termine Gallinari riesce a trovare il canestro del pareggio (76 - 76), costringendo gli avversari a giocarsi tutto all'OT.
I primi minuti del supplementare evidenziano una certa stanchezza da entrambe le parti e i risultati si sbloccano solamente con i tiri liberi.
La svolta della partita si ha a tre minuti dal termine quando il "Mago" commette il quinto fallo (fischio alquanto contestabile) e Pianigiani inserisce il quintetto bassissimo con Cinciarini, Hackett, Aradori, Gentile e Gallinari da 5.
Il cambio è più che azzeccato e gli azzuri si portano avanti prima con Gallinari e poi chiudono definitivamente il discorso con una tripla di Belinelli (che fa impazzire il cronista FIBA) dopo una pessima persa del play tedesco degli Hawks.
Con i due liberi di Belinelli si conclude definitivamente un match durissimo e combattutissimo che qualifica gli azzurri alla fase successiva.
Domani gara conclusiva con la Serbia (ore 14:30) per la testa del girone.

GO AZZURRI!!

Alessandro Falanga


martedì 8 settembre 2015

EuroBasket 2015: impresa Italia. Battute le furie rosse della Spagna per 98 - 105

Impresa teutonica per la squadra di coach Pianigiani che batte la Spagna di Scariolo 98 - 105. In evidenza i tre NBA che chiudono in doppia cifra (Gallinari 29, Belinelli 27 e Bargnani 18)


EuroBasket 2015
La partita contro la Spagna, la più dura fra le tre in programma, rappresentava la gara della maturità e la nazionale azzurra, grazie ad una grande prestazione di squadra, è riuscita a mostrare le vere qualità dell'intero gruppo.
Priva di capitan Datome (Europeo finito per lui) e con Belinelli in bilico fino a pochi secondi dall'inizio, l'Italia ha schierato nel quintetto iniziale Cinciarini, Belinelli, Gentile, GallinariBargnani (novità del quintetto base) mentre Scariolo ha risposto con Rodriguez, Fernandez, Ribas, Mirotic e Gasol.
Rispetto alle scorse partite si è vista  un'altra Italia in campo e lo si  è notato sin da subito: difesa ordinata e compatta, buona circolazione di palla e concentrazione generale.
A stupire tutti nel primo quarto è stato il grande assente delle due partite precedenti: Andrea Bargnani.
Una gran difesa su Gasol (finalmente) e una buona visione in attacco ha reso il "Mago" uno dei protagonisti iniziali della sfida.
Ma è tutta la squadra ad essere migliorata, con aggressività su qualsiasi palla, e risposta immediata ai tentativi di break spagnoli.
Il periodo si chiude, fra lo stupore generale per il gioco espresso, sul 20 - 19 per la Spagna.
Nel secondo quarto, con la girandola dei cambi, Pianigiani comincia a rivelare anche le sue strategie per la partita: rotazione a tra fra le guardie, con Aradori e Gentile ad alternarsi nel ruolo di ala piccola, e Melli da 4 (finalmente) a contrastare il fisico degli spagnoli.
L'Italia mostra ancora carattere e porta più volte avanti la testa con un gran cuore ed un gran carattere.
Paura al minuto 4:00 quando Hackett (alla fine nulla di grave), dopo aver preso un rimbalzo maldestramente regalato agli avversari, cade sul corpo di Gentile rialzandosi dolorante al polso.
Nel finale, dopo il terzo fallo di Melli, rientrano Gallinari e Bargnani ma gli azzurri subiscono i contropiedi iberici per poi rifarsi subito sotto.
Primo tempo che si chiude sul 45 - 42.
Il terzo periodo si apre con una squadra concentratissima e determinata a continuare con il bel gioco offerto nei primi venti minuti.
Dopo un canestro della Spagna sale in cattedra Marco Belinelli che in un amen ne mette 3/3 da tre portando la squadra avanti di otto (52 - 60).
Danilo Gallinari, Marco Belinelli e Andrea Bargnani
Uno dei problemi maggiori del terzo quarto è quello dei falli con Gentile e Bargnani (con un"Cuso" Cusin che non ha demeritato assolutamente) troppo nervosi e costretti alla panchina dopo quattro falli a metà parziale.
Le furie rosse tentano la reazione disperata prima con Mirotic e poi con Llull ma un ottimo Gallinari (due punti e 2+1) e una tripla di Belinelli portano l'Italia al mini break sul +10 (63 - 73).
L'ultimo parziale è tutto di marca NBA tricolore: il ritorno in campo di Bargnani esalta le tre stelle azzurre che dominano ancora sul parquet fino all'81 - 93, raggiunto grazie ad un grande assist di Belinelli chiuso in schiacciata dal "Mago".
La questione falli spaventa negli ultimi minuti quando Pianigiani è costretto ad inserire Melli da centro a causa dei cinque falli (molto veloci nella sequenza di azioni) di Bargnani e Cusin.
Dopo una piccola scaramuccia fra Aradori e Fernandez (nervosissimo nel finale) e la grande paura per la tripla di Llull, gli azzurri si godono, finalmente, un meritato successo.
Le chiavi tattiche della gara sono evidenti e riscontrabili nella difesa attenta e solida, nella buona circolazione di palla e nell'aggressività da entrambe le zone del campo.
Ora arrivano i padroni di casa della Germania (domani ore 18:00) e i vice- campioni del mondo della Serbia (giovedi ore 14:30) per continuare a sognare.

GO AZZURRI!!

Alessandro Falanga


The italian job: la rivincita degli azzuri in NBA

domenica 6 settembre 2015

EuroBasket 2015: riscatto Italia. Superata a fatica l'Islanda per 64 - 71

Vittoria sofferta per la squadra di Pianigiani contro un'atipica ma scomoda Islanda. Finisce 64 - 71 con qualche errore arbitrale di troppo. Ora la pausa e poi Spagna, Germania e Serbia per continuare a sognare.


Partita da dento/fuori quella con l'Islanda per i ragazzi di Simone Pianigiani.
Il coach ex Siena e Fenrbahce si affida allo stesso quintetto iniziale dell'esordio con Ciancirini, Belinelli, Gentile, Gallinari e Cusin, mentre coach  Pedersen si presenta Baeringsson, Stefansson, Vlhjalmsson, Ermolinskij e Palsson.
Match che comincia con maggiore convinzione per l'Italia con Gentile che si prende subito in mano la squadra cercando di sfruttare maggiormente il proprio fisico e la propria tecnica.
L'Islanda, però, non è assolutamente una squadra cuscinetto (come già mostrato con la Germania) e grazie ai suoi continui cambi e i suoi "non ruoli" mette in seria difficoltà gli avversari.
Ed infatti, quando tutti pensavano ad una partita tranquilla, cala il buio per i nostri con tre triple pesantissime (arma in più degli islandesi) che portano il risultato sul 9 - 7.
Pianigiani inserisce Melli, ottimo in difesa ed abile a sfruttare il fisico, e la squadra cambia passo gestendo al meglio il break.
Il primo periodo si chiude sul 22 - 21 con la nota stonatissima dei due falli di Gallinari (alquanto nervoso anche a causa di alcuni fishi discutibili).
L'inizio del secondo quarto parte, come successo anche ieri, piuttosto male per gli azzurri che non riuscendo a riordinare le idee concede parecchio campo all'Islanda che, in un amen, si riporta sopra di uno (23 - 22).
L'Italia allora decide di reagire e, complice anche 'infortunio a Datome, emerge Gentile quale leader di giornata.
Nonostante si cominci a vedere anche qualcosa di buono in difesa, permangono nei minuti successivi le amnesie in costruzione.
Il punteggio rimane a lungo fissato sul 37 - 39 e sisblocca solamente quando la squadra decide di ritornare padrona grazie al canestro di Gentile (7 di fila per lui) ed ad un tecnico ai danni Cusin (utilissimo in difesa; finalmente).
Primo tempo che si chiude sul 37 - 41 ma con tanto timore per i venti minuti successivi.
Gentile, Aradori e Cusin

Nella ripresa gli uomini di Pianigiani partono con il piede giusto (sfruttando ancora l'asse Gentile - Cusin) ma qualcosa torna a non funzionare proprio in concomitanza con il terzo fallo a Gallinari (discutivile come i primi due e come il quinto) che riporta sotto gli islandesi con un parziale di 7 - 0.
L'attacco azzurro inizia, però, finalmente a girare proprio quando cala la percentuale da tre degli avversari.
La squadra allunga ma non riesce ancora a fuggire a fine periodo (48 - 52).
L'ultimo quarto è, anche questa volta, caratterizzato da continui capovolgimenti di fronte che mettono spesso in ginocchio l'Italia (soprattutto a causa del "gioco totale" applicato dall'altra parte del campo).
Infatti, quando sembrava tutto finito con il +5 di Hackett, ecco il ritorno degli uomini di  Pedersen con una tripla di Palsson (seguita dal quinto di Gallinari) che rappresenta il preludio al sorpasso (60 - 59) a 3:30 dal termine.
Pianigiani mischia le carte e presenta un quintetto bassissimo (inserendo Aradori) con Gentile da 4 e prima Melli (uscito per cinque falli a pochi secondi dal termine con, anche questa volta, fischi discutibilissimi) e  poi Cusin.
Il finale è tutto per gli azzurri con un ottimo 2+1 di Aradori ed un canestro da due di Gentile (condito da due liberi; 20 punti alla fine) per la chiusura della partita.
Finisce 64 - 71 con tanta sofferenza ma con qualche miglioramente soprattutto in fase difensiva.
Protagonisti assoluti Gentile, che ha preso le redini del gioco sin dall'inizio, Aradori, fondamentale come nella scorsa partita nell'equilibrio difensivo di squadra, e Cusin, finalmente (anche se con avversari non particolarmente fisici e tecnici) decisivo in campo.
Ora giornata di riposo e poi giro della morte con Spagna (8/9 alle 21:00), Germania (9/9 alle 17:45) e Serbia (10/9 alle 14:30).

GO AZZURRI!!

Alessandro Falanga




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EuroBasket 2015: esordio amaro per gli azzurri. La Turchia vince 87 - 89

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sabato 5 settembre 2015

EuroBasket 2015: esordio amaro per gli azzurri. La Turchia vince 87 - 89

Esordio amaro per gli azzuri di Pianigiani che perdono di 2 punti (87 - 89) contro la Turchia dopo aver sfiorato la grande rimonta. Squadra dai due volti con un primo tempo inguardabile

EuroBasket 2015
Nonostante lo spettacolo offerto in campo (soprattutto negli ultimi minuti), l'Italia di Simone Pianigiani stecca la prima partita dell'Europeo.
Nel calda atmosfera di Berlino (particolare l'effetto durante l'inno) la squadra affronta e cade contro una Turchia mai doma e molto ordinata nel gioco.
Il coach ex Siena parte con un quintetto atipico schierando Cianciarini, Belinelli, Gentile, Gallinari e Cusin mentre Ataman risponde con Dixon (o Alì Muhammed se preferite), Guler, Osman, Ilyasova, Erden. 
L'inizio è dei peggiori per gli azzurri che, apparendo totalmente spaesati, mostrano un gioco sterile in attacco ed una difesa inesistente.
Le continue amnesie  nelle due zone del campo non aiutano e la squadra sprofonda totalmente sul -13 (13 - 26) alla fine del primo quarto con un Dixon imprendibile ed un Ilyasova in giornata di grazia
( 9 punti alla fine).
Nel secondo periodo la musica, purtroppo, non cambia e l'Italia sembra incapace di reagire, subendo più volte il ritmo dettato dai turchi.
Il problema italiano è sempre lo stesso, la difesa, e questa volta si aggiungono anche lunghi statici (Bargnani) e maldestri a marcare i vari Erden ed Aldemir.
Pianigiani continua a mischiare le carte e la partita sembra svoltare con un quintetto piccolo e con l'entrata di Melli da 5 tattico.
Il primo tempo si chiude sul 42 - 51 con, solo, tanta speranza nei successivi 20 minuti.
Nella seconda metà di gara si torna in campo con Belinelli, Hackett, Gentile, Gallinari, Bargnani ma l'avvio è davvero pessimo e la squadra subisce un duro parziale che si conclude con l'antisportivo fischiato a Gallinari che porta il risultato sul 54 - 60.
A 4 minuti dal temine del parziale Pianigiani si gioca finalmente la sua carta a sorpresa e le cose sembra decisamente migliorare.
Viene inserito Datome e viene presentato in campo un quintetto atipico con Gallinari da 5; la mossa, totalmente azzardata ma utilissima per un roster come quello azzurro, comincia a dare subito i suoi frutti e nonostante qualche problema a rimbalzo (presente anche con i lunghi in campo) porta la nostra nazionale a chiudere il terzo quarto sul 61 - 66.
La Turchia sembra fuori fase e senza il ritmo iniziale ed i giocatori azzurri iniziano a crederci.
Continuando con il quintetto piccolo, l'Italia prima si riporta subito sotto (67 - 69), poi subisce un break pesantissimo che riporta avanti gli uomini di Ataman (72 - 80) e poi finalmente mostra gli attributi per l'assalto finale.
Il finale è tutto al cardiopalma.
Dal minuto 2:19 parte un intenso gioco di nervi per vincere la partita; Gallinari sbaglia un libero (fino ad allora era stato infallibile) al contrario di Erden che allunga nel vantaggio.
La partita sembra giunta al termine ma quando meno te lo aspetti arriva il colpo a sorpresa con una tripla in precario equilibrio di Belinelli vanificata subito, però, dal fallo (più canestro di Ilyasova) di Hackett.
Pianigiani ripropone Aradori, che gestisce un'ottima palla per Datome che fa meno 2, e a 8 secondi da giocare Gallinari viene rimandato in lunetta.
Il gallo fa, purtroppo, 1/2 e lo stesso anche Erden; sul rimbalzo successivo, pessima gestione della palla di Belinelli che spreca con un tiraccio "da casa sua" e consegna la partita ai turchi.
Italia dai due volti in questa gara d'esordio con un primo tempo totalmente inguardabile ed una ripresa spettacolare seppur in agrodolce.
Nonostante le lacune iniziali è presente una forte base per ricominciare (considerando maggiormente il quintetto basso) e per continuare a crederci nell'avventura.
Domani arriva l'Islanda (che ha sorpreso non poco la Germania di WunderDirk) alle ore 18:00.
GO AZZURRI!!


Alessandro Falanga


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venerdì 14 agosto 2015

Il pivot travestito da play: tanti auguri Magic Johnson

Il mito di  Magic Earvin Johnson continua a spopolare nel mondo NBA. Nel giorno del suo compleanno (56 anni) palla a spicchi blog celebra le gesta di un grande uomo ed atleta

Magic Johnson
Oggi, 14 agosto, è un giorno molto particolare per la palla a spicchi made in USA.
Infatti, il 14 agosto 1959 è nato uno dei i protagonisti, sia in campo che fuori, di questo grande sport:  Earvin johnson Jr, meglio conosciuto come Magic Johnson.
Il gigante (206 cm) di Lansing compie oggi 56 anni e le sue gesta, al pari di altri grandi NBA, sono tutt'ora difficilmente dimenticabili.
Cresciuto cestisticamente nella Everett High School (istituto, tra l'altro, senza una grande tradizione cestistica in cui acquisì il soprannome "Magic" da Fred Stabley Jr.,giornalista del Lansing State Journal), dove impressionò tutti per le sue doti da gran passatore nonostante la sua stazza, il giovane Earl esplode definitivamente a Michigan State dove riesce a vincere anche un titoloo NCAA, nel 1979, contro gli Indiana State Sycamores di Larry Bird.
Conquistati sin da subito i GM NBA, approda, nel Draft di quella stessa stagione, nella città degli angeli grazie all'acquisizione della prima scelta, fino ad allora nelle mani dei New Orleans Jazz.
Il primo anno fu subito un trionfo, dove, sotto la guida di Paul Westhead, i Lakers riescono a strappare la finale ai Philadelphia 76ers di "Dr. J" (Julius Erving) e Magic  stupisce tutti con una grande prestazione da centro in sostituzione dell'infortunato Abdul-Jabbar.
Nonostante le ottime premesse il cammino in NBA non è stato sempre così semplice; l'anno successivo fu contrassegnato da un brutto infortunio e Magic fu costretto a saltare 45 partite per rientrare solamente nei play-off, dove i Lakers furono eliminati dagli Houston Rockets al primo turno.
Dopo il rinnovo con la franchigia dei Buss, l'anno successivo inizia l'epoca dello "showtime",con  l'arrivo di Pat Riley sulla panchina, insieme alle altre stelle di quella squadra (Abdul-Jabbar e Worthy su tutti) e l'inizio della lunga rivalità con i Boston Celtics.
Oltre alla rivalità tra le due squadre, le serie tra Celtics e Lakers riaccende anche l'antica rivalità fra Magic e Larry Bird che porta, negli anni, a partite spettacolari e soddisfazioni da entrambe le parti.
Gli anni ottanta si concludono con ben cinque titoli NBA ( 1980, 1982, 1985, 1987, 1988) e con un nuovo modo ricoprire il ruolo di play grazie alle grandi prestazioni offerte da Magic.
Magic Johnson oggi
Durante la stagione 1991 - 1992, a seguito di un controllo di routine, la vita di Magic viene sconvolta da una terribile notizia: i medici gli comunicano di aver contratto il virus dell'HIV.
Nonostante la notizia continua ad essere un vincente sia in campo che nella vita, facendo dapprima Dream Team di Barcellona '92, vincitore dell'oro alle Olimpiadi, e poi sconfiggendo, in circostanze misteriose, la malattia.
parte del celebre
Torna più volte a calcare i parquet NBA negli anni successivi, sia come allenatore che come giocatore (non più nel ruolo di play ma in quello di ala forte), e chiude definitivamente con il basket giocato in Danimarca, nel 2000, dopo una precedente esperienza in Svezia.
Legato ai Los Angeles Lakers, di cui è stato anche proprietario del 5% di quote e vice-presidente, continua a far parte della grande famiglia lacustre (seppur dalle tribune) sperando di vedere ancora il famoso "showtime" dei bei tempi.
Tanti auguri Magic!!


Alessandro Falanga


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